venerdì 3 gennaio 2014

Ode a due parole



La prima è un pronome personale
che suona come un rintocco di cristallo
per annunciare all’altro mondo
l’ingresso nel segreto della vita.
Segue un predicato
di tre lettere soltanto
che dice però tutto –
tutto l’essenziale e insieme l’infinito;
ciò che fa la differenza
tra vivere ed esistere,
sopravvivere al mistero.
Esca divina.
Tu ed io coi nostri nomi:
tu inizi il verbo e io lo finisco.
Risuonano in testa
come una dolce sinfonia,
ritornello che non annoia mai, sempre lo stesso e sempre diverso.
Inedite alla mia persona, dal momento che le hai pronunciate
provo invano a imitare il tono della tua voce,
a trovare l’accento che le ha rese così speciali.
E ogni volta che le ripeto
sento un brivido e tremo
dinnanzi all’infinità di cinque lettere e una pausa.

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