martedì 24 novembre 2015

Preghiera per Parigi (13 novembre 2015)



Che la neve possa posarsi, un giorno,
sopra ai vostri aridi cuori;
che dalle tenebre delle vostre anime
possa un giorno risorgere la fiaccola della compassione;
che una scintilla di luce
possa di nuovo brillare nei vostri occhi cupi e spenti,
e che le stelle nuovamente colmino di meraviglia le pupille accecate dal diabolico scintillio delle spade;
che i profumi delle spezie ricoprano l’odore acre della polvere da sparo,
e si spargano nelle case delle vostre famiglie;
che i timpani delle vostre orecchie possano udire l’armonia della musica
invece che raffiche di armi, grida di dolore e morte;
che tra le barbe nere possa magari risplendere il sorriso gaio dell’ironia;
che i palmi delle vostre mani possano reggere libri e non più fucili.
Che un raggio di sole possa finalmente fendere
la pietra ghiacciata che avete al posto del cuore.
Che riescano a germogliare i fiori della civiltà
tra le crepe del vostro deserto interiore.
Che sul suolo brullo della vostra terra
le gocce del pianto possano servire per irrigare semi di pace e giustizia,
e che le lacrime riescano a lavare la stoffa insanguinata delle vostre tuniche.
Che la notte si accenda a festa di comete silenziose e di fuochi pirotecnici,
una volta spenti i bagliori delle bombe e i fulmini artificiali,
e che i tuoni di rabbia e gli scoppi degli spari si trasformino in risate e dolci canti.
Che il giorno riempia di vita e di colori accesi i passi dei vostri bambini:
che per incantesimo appuntiti pastelli
prendano il posto dei coltelli affilati.
Che la marcia dei soldati diventi una danza
per le strade delle vostre città, dove possano esplodere arte e bellezza;
che dov’erano arsenali e caserme e bunker
sorgano biblioteche e teatri, musei e stadi, caffè e sale da ballo, scuole e piazze.

E che in mezzo alle nuvole del nostro cielo
tornino a volare aquiloni e petali di felicità.
Che possiate mettervi a dormire, infine,
senza questa paura odiosa che vi terrorizza
e svegliarvi al mattino pregando Amore.

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