sabato 3 settembre 2016

Il bar a una dimensione



"Locale pubblico dove si possono consumare, da seduti o in piedi al banco, bevande e cibi leggeri". Questa è la definizione data dal dizionario online del Corriere della Sera al vocabolo "bar". Il corsivo sulla parola "pubblico" è invece mio. E serve per porre l'accento su una dimensione che ci sta sfuggendo troppo leggermente di mano. Si tratta della dimensione sociale: la sfera interessante (dal latino inter-esse, ossia "essere in mezzo, partecipare"). 


Effettivamente, nella civiltà consumistica postmoderna si sta verificando sempre di più uno sgretolamento dei rapporti interpersonali, uno smembramento delle relazioni quotidiane a-tu-per-tu, vis-vis, corpo-a-corpo. Infatti, connessi continuamente alla "realtà virtuale" mediante schermi di tablet o Pc, ci stiamo inconsapevolmente scollegando dalla "Realtà reale". Avatar di una Second Life, l’identità di ciascuno si riduce a un profilo Facebook, la libertà d’opinione a un cinguettio e il dialogo tra individui a una chat. E' la transizione dal sociale al social, in cui i naviganti restano intrappolati nella Rete.


Sembra così che non siamo più abituati a con-vivere assieme agli altri nella vita di tutti i giorni e, perciò, quando ciò si verifica, non di rado l'impulsività si trasforma in violenza. Egomania o narcisismo esasperato paiono caratterizzare la nostra società, una volta di più chiusa in se stessa, che produce solitudine evitando il confronto con la diversità. Tuttavia, l'alterità rappresenta un prezioso elemento arricchente: sia, semplicemente, come biodiversità o varietà genetica - indispensabile per l'evoluzione e la conservazione delle specie - sia sotto forma di multiculturalismo - fondamentale per la costruzione di una esistenza improntata a un vero ben-essere.


L'etica dovrebbe allora concretizzarsi in uno sforzo, un conatus che ci permetta di schiudere la corazza di pregiudizi e istintiva xenofobia che riveste la nostra anima, per aprirci finalmente all'Altro.


Insomma, il bar è per eccellenza uno spazio sociale. Quando esso si trasforma in un self-bar, dovremmo forse preoccuparci...

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