martedì 13 settembre 2016

Mamma Rai Vs Madre Natura

“Fine di Ambiente Italia. Andava in onda dal settembre '90, su RaiTre nazionale. Dalle 14.50 alle 15.50 per oltre vent'anni; poi spostata dalle 13 alle 14 negli ultimi tempi (nell'ora tradizionale dei tg di mezza giornata), infine ridotta a mezz'ora nell'ultima edizione. Il Paese in diretta, coi suoi mali, le sue meraviglie, le sue ambiguità. Una partecipazione corale, voci, confronti, inchieste sull'onda della stretta attualità. Per capire, supportati da fonti scientifiche autorevoli, chiedendo conto a chi di dovere. Una trasmissione onesta, utile, a disposizione dei cittadini. Di servizio. Da quest'anno è sparita dal palinsesto. Amen”. Con questo post su Facebook, il 10 settembre lo storico presentatore Rai Beppe Rovera annunciava alla rete la chiusura del programma Tv Ambiente Italia.
Sin da subito non sono mancati i commenti e i messaggi di indignazione e, quindi, di vicinanza, da parte del pubblico. D’altra parte, ci si era affezionati alla trasmissione Ambiente Italia, che formava e informava il sabato del villaggio della Penisola, raccontando la grande bellezza e le grandi bruttezze dello Stivale.
Ora il villaggio s’è fatto globale, e pare che non ci sia più spazio per una televisione che curi i contenuti, oltre che la forma. Con l’esplosione di Internet e dei social media, infatti, la comunicazione tende sempre di più a preferire l’immagine sensazionale alla parola sensata, lo scoop dell’ultima ora (ma che dico “ora”? …Secondo!) alla notizia costruita col tempo, e lungimirante verso il futuro.
D’altra parte, viviamo nella società dello spettacolo, nella civiltà dei consumi, nella cultura dell’usa-e-getta, dove tutto o quasi si trasforma in un flusso di merce che, dopo i famosi 15 minuti (secondi?) di celebrità, scompaiono nel buco nero del World Wild Web.

Eppure… eppure la Rai dovrebbe produrre servizio pubblico, al servizio della Nazione. E allora forse converrebbe rileggere qualche articolo della nostra Costituzione, per ricordarsi i principi e i fini delle istituzioni statali e non solo. Per esempio l’art. 9: “La Repubblica […] tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.

Genera allora frustrazione, oltre che un vago senso di abbandono da parte di chi dovrebbe offrire una forma di intrattenimento culturale e intelligente, prendere atto dell’interruzione di Ambiente Italia. Come hanno evidenziato in molti, tra semplici utenti ed esponenti del mondo green tricolore (Antonio Cianciullo, Sergio Ferraris, il portale Greenews.info), si tratta di una perdita assai consistente, che va ad aggiungersi alla precedente chiusura di Scala Mercalli. “Questione di audience”, si dirà, “di spazi pubblicitari, di business, di marketing”. Tutto vero. Ma teniamo anche a mente che, per evitare uno scenario di disastri ambientali per mano dell’uomo, a causa di scarsa consapevolezza quand'anche ignoranza sulle questioni ecologiche, è necessaria più che mai una corretta informazione su tali argomenti.
Come ricorda il giornalista Sergio Ferraris, “brevettiamo in Giappone case antisismiche e poi non le costruiamo ad Amatrice”. L'Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti Unesco inclusi nella lista dei Patrimoni dell'Umanità: ben 51. Di rimando, in Pianura Padana – una delle regioni europee tra le più inquinate – “abbiamo 57 siti altamente inquinati, d’interesse nazionale o regionale con le bonifiche praticamente a zero”.
Infine, c’è pure una ragione personale che mi lega ad Ambiente Italia. Il programma, curato da Beppe Rovera e Battista Gardoncini, andava in onda su Rai 3 nazionale dagli studi di Torino dal 1990. Io sono nato proprio in quell’anno. Chissà se i miei nipoti o i mei figli saranno nuovamente in grado di occuparsi di ambiente. E di Italia.

N.B. Sul sito Change.org vi sono due petizioni per chiedere il ripristino sia di Ambiente Italia si di Scala Mercalli

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