giovedì 2 aprile 2015

11.



Il viaggio più lungo che abbia mai fatto è stato dal mio letto al cesso. Conosco così bene le pareti della mia stanza che potrei perdermi. Le spie della S.p.A. erano facilmente riconoscibili a causa di spiacevoli spie intermittenti. Le fiamme gialle ci tenevano a debita distanza dietro alla linea gialla. Le stazioni di servizio erano oasi di un deserto assai poco servizievole. I benzinai sputavano lingue di fuoco[1]. Quelli delle medie sputavano giù dal cavalcavia. Le pompe della benzina divennero lanciafiamme utili per le pompe funebri. Sofia facea il pieno di pompini grezzi durante l’orario continuato. Alle trivellatrici non restava che il solito self-service. Probabilmente i mangiafuoco anonimi erano anche bulimici. Sulle scale antincendio dell’itis scoppiavano liti accese da sedare coi petardi e, in aggiunta, si bruciavano spinelli che manco i piromani d’estate. Alcuni cercavano l’anima gemella negli oroscopi; altri inviando sms; altri ancora la compravano direttamente dalle macchinette automatiche, situate accanto alla videoteca porno (spesso con lapsus coscienti). Monade componeva “La tristezza dell’happy hour” in do diesis minore nel tempo di una sigaretta. Il nostro destino era provvidenzialmente segnato dall’empatia e dalla cirrosi epatica. L’acidità ci corrodeva lo stomaco, e anche lo spirito. Sedavano le nostre menti tenendole sotto spirito. Ci prudeva in continuazione il cervello[2]. L’alba al tramonto era ordinaria amministrazione festiva. Dodici paia di nervi cranici e nemmeno uno stimolo che secerni una cazzo d’idea. Un crampo all’encefalo. Nei parcheggi a pagamento versatili poeti versavano sugli scontrini versi in endecasillabi: la critica letteraria apprezzò in modo particolare lo starnazzare in rima delle pettinatrici e i camionisti maledetti che articolavano i pensieri per sillabe onomatopeiche. Gli aedi più audaci poetavano in terzine elogiando le formidabili gesta del terzino sinistro, il quale aveva la terza media. Gli operatori dei call center, invero, cantavano liriche in sestine invocando la cinquina del superenalotto. Le puttane della sopraelevata fungevan’ da muse e l’alloro si svendeva col 3x2. I 4x4 marciavano tra le palme farisaiche e al terzo casello resuscitavano. Nel fine settimana si muore – e non solo per le stragi del sabato sera o per i pirata della strada. Gli sponsor facevano a gara a chi riusciva ad accaparrarsi l’esclusiva per i decessi più spettacolari. Le nascite in diretta assicuravano un picco d’ascolti straordinario, garantendo ampie percentuali di share. L’insegna del “Pronto Soccorso” rappresentava il faro delle nostre odissee notturne. Durante l’attività onirica, diventavamo dei registi/attori porno formidabili e le nostre prestazioni valevano approssimativamente cento talleri. Nondimeno, mettere gli accenti sulle consonanti sarà un gesto consolatorio. Alice, dicono che il cuore di un uomo abbia un ritmo fisiologico di circa 70 battiti al minuto e che ogni uomo ha un cuore destinato a compiere, in media, 3 miliardi di battiti – pagherò gli straordinari.


[1] cfr. ad alta voce Howl, film di Rob Epstein e Jeffrey Friedman.

[2] Confronta ed affronta Fight Club, film di David Fincher

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