Oltretutto[1] siamo
dei prestigiatori, quando finiamo per tirare fuori dal cilindro Bugs Bunny.
Alice non era ancora giunta nel paese delle meraviglie; nel frattempo,
trascorreva le sue giornate a iniettarsi eroina. La vidi durante un tramonto,
all’uscita del supermercato[2]. Coccolava
tra le mani lunghe e corrose dai denti il suo walkman. Ovviamente aveva il
cappuccio. Tra l’altro si può ridere molto più sinceramente con un cappuccio in
testa, quando le Dr. Martins le aveva già fatte diventare grigie. Il mondo era
grigio, necessariamente. Ecco non avevo in mente la nozione di mondo. Ma qualcuno
ha davvero visto il mondo? Io non
l’avevo mai visto. Me lo fece visitare Eidos, una mattina, di fretta. Perciò
avevamo tagliato la scuola, tanto non interrogava nemmeno quel giorno, che
eravamo quasi ai pagellini e aveva finito il giro (così la De Magistris se ne
stava in cattedra a sfogliare il settimanale dei vip). Eidos mi passa[3] a
prendere in Fifty e mi porta ai giardini della stazione. A quel tempo il buon
Eidos girava con i capelli rasati sotto e lunghi sopra, con la riga in mezzo,
per forza. Ci siamo seduti su quella panchina là, dove adesso i morosi incidono
coi cacciaviti (a stella, che altrimenti non vale). Eidos tirava fuori dal
sellino del cinquantino una bustina di simil-tè. Io i filtri e le cartine. E il
resto della storia è contenuto nella Genesi. Mia mamma mi portava spesso a
servire la messa. Non mi dispiaceva. Tanto in tv a quell’ora della domenica
mattina c’erano solo cartoni animati demenziali, ovvero manga dalle lenti rosa.
Quegli altri cartoni (a loro modo animati), invece, li conobbi più avanti con
l’età. Mi interessavano le prediche di Don Graziano, certamente meglio delle
lezioni della De Magistris. Me ne stavo verso il fondo della navata laterale,
intento a scannerizzare i robot seduti sulle panchine, i quali, perfettamente
sincronizzati, riuscivano a genuflettersi contemporaneamente e a ripetere anche
quelle stesse preghiere con i medesimi gesti. Il tono delle voci era cavernoso
e metallico, specialmente quello delle femmine. I canti non erano male.
Comunque adoravo le fiamme delle candele. Chiaro che mi sono scottato con
l’accendino! Eidos aveva scaldato il bordo per circa 30 secondi, mentre Er mi
teneva fermo il braccio. Era estate. Quindi mi marchia[4] sulla
spalla. Bruciava. Cristo quanto scottava quella merda! Dopo un mese mi usciva
il pus. Dopo due c’era la crosta. Adesso c’è la cicatrice e mi piace. Dalla pelle
trasparente di Alice si vedeva l’aurora boreale in certe nottate di luna piena.
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