La storia del
fondatore di Facebook, rispettivamente «il miliardario più giovane del mondo» e
«l’idea del secolo», che fluttua tra passato e presente attraverso la
ricostruzione delle accuse intentate a Mark Zukemberg dai suoi ex compagni di
collage. In primo piano è il tema dell’amicizia, quella andata presto in
frantumi per motivi commerciali tra Zukemberg e il co-fondatore di Facebook
Eduardo. La pellicola pone un interessante interrogativo a tal proposito: dove
finisce il confine tra il successo e l’etica? Il personaggio interpretato da
Justin Timberlake, figura carismatica e intraprendente, essenziale nel successo
del social network, è il perfetto ritratto del contemporaneo self-made man americano: un individuo
spavaldo, spudorato e audace. Questo personaggio ci proietta direttamente nel
mondo del lavoro imprenditoriale al tempo del capitalismo trionfante, dove le riunioni di lavoro si
svolgono persino in discoteca e dove il binomio di etichetta giacca e cravatta non è
più richiesto: «oggi, invece che cercarvi un lavoro preferite inventarvi un
nuovo lavoro». Emerge una ponderata critica nei confronti di FB e dei suoi
utenti, insegnando, ma senza morale, che i valori veri della vita sono altri.
L’ultima scena è emblematica, raffigurando la solitudine del miliardario più
giovane al mondo, inchiodato davanti allo schermo del suo PC, in attesa
dell’amicizia della sua ex fidanzata.
Nessun commento:
Posta un commento