La storia a stelle e strisce
Leggendo le targhe sui cenni storici dei monumenti,
mi rendo conto che senza dubbio conosco più la Storia americana che non quella
italica. E la ragione probabilmente è che gli americani hanno fatto della
propria Storia un’epica universale, un romanzo storico appassionante, che emoziona colui che ne viene a conoscenza e,
perciò, si ricorda più facilmente rispetto alla nostrana cronaca antiquata. La
storiografia italiana è boriosa perché, paradossalmente, troppo storica,
realistica, fattuale; al contrario, il passato americano si presenta nella
veste di un grande racconto memorabile, una narrazione mitica continuamente
alimentata e tenuta viva nel quotidiano tramite colossal cinematografici autocelebrativi
e prose encomiastiche, non solamente documentata su vecchi libri impolverati
delle biblioteche. Forse il riferimento è azzardato, ma il confronto tra le due
storie mi fa venire in mente le concezioni di storia che Nietzsche esibisce
nella sua “Seconda Inattuale”, non a caso intitolata Sull’utilità e il danno
della storia per la vita. E poco male se la fedeltà storica, l’aderenza
ai fatti e il ricorso metodologico a fonti attendibili sono messe parzialmente
da parte, rimpiazzate da spettacolarità delle gesta raccontate, brillantezza
del linguaggio utilizzato e marketing subliminale nell’esposizione mondiale
delle proprie origini.
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Foto di Federica Boffa |
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