venerdì 31 maggio 2013

La storia a stelle e strisce

Leggendo le targhe sui cenni storici dei monumenti, mi rendo conto che senza dubbio conosco più la Storia americana che non quella italica. E la ragione probabilmente è che gli americani hanno fatto della propria Storia un’epica universale, un romanzo storico appassionante, che emoziona colui che ne viene a conoscenza e, perciò, si ricorda più facilmente rispetto alla nostrana cronaca antiquata. La storiografia italiana è boriosa perché, paradossalmente, troppo storica, realistica, fattuale; al contrario, il passato americano si presenta nella veste di un grande racconto memorabile, una narrazione mitica continuamente alimentata e tenuta viva nel quotidiano tramite colossal cinematografici autocelebrativi e prose encomiastiche, non solamente documentata su vecchi libri impolverati delle biblioteche. Forse il riferimento è azzardato, ma il confronto tra le due storie mi fa venire in mente le concezioni di storia che Nietzsche esibisce nella sua “Seconda Inattuale”, non a caso intitolata Sull’utilità e il danno della storia per la vita. E poco male se la fedeltà storica, l’aderenza ai fatti e il ricorso metodologico a fonti attendibili sono messe parzialmente da parte, rimpiazzate da spettacolarità delle gesta raccontate, brillantezza del linguaggio utilizzato e marketing subliminale nell’esposizione mondiale delle proprie origini. 


Foto di Federica Boffa

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