venerdì 31 maggio 2013

Skyline

Foto di Federica Boffa
Penso che le differenze materiali che si riscontrano a occhio nudo tra il continente europeo e il Nord America siano soltanto le conseguenze reificate di diversi apparati cognitivi, ovvero gli esiti di due modelli gnoseologici opposti. Il cervello europeo, infatti, generalmente seziona, divide, separa, mentre quello americano spazia, volteggia, si libra in regioni mentali che, al cospetto, il Cielo delle Idee platonico è un pertugio sotterraneo. In altri termini, la nostra logica argomentativa ci costringe a ragionamenti coerenti, cronometrati, che partono da determinate premesse per dedurre conclusioni misurate, attraverso inferenze dialettiche e dimostrative. Perciò siamo soliti esaminare, analizzare, frazionare, scomporre in unità più piccole un dato insieme di problemi. Viceversa, l’intelletto statunitense racimola i pezzi dell’esperienza per poi plasmare impensabili composizioni immaginative, con cui decolla definitivamente senza più badare ai vincoli terrestri. Sono portato a sostenere questa tesi dalla constatazione che solo pensando in grande e Il Grande è possibile ideare, progettare e, infine, realizzare sulla terra cose così smisurate come i grattacieli, decisamente inconcepibili per l’encefalo di un europeo, abituato a volare prudentemente a bassa quota. Certo, non è da trascurare la componente, per così dire, storica di tale differenza, ossia il fatto che nel momento in cui il Vecchio Continente era pervaso da una certa nostalgia romantica volta alla gelosa conservazione e salvaguardia del proprio patrimonio del passato, sulle immense distese abitate dai Nativi era tutto ancora da fare. In un certo senso, i padri pellegrini giunti sul suolo americano hanno potuto dare sfogo ai loro più audaci disegni, che mal si accordavano coi piani di lavoro mantenutivi della madre patria. Ciononostante, resta evidente la diversa linea evolutiva che le due tipologie di pensiero hanno seguito nel corso degli anni a venire. Salvo poi intrecciarsi, successivamente, per contaminarsi a vicenda e mettere al mondo creature mentali ibride che, nel giro di qualche anno, hanno infestato l’epistemologia dell’intero pianeta. In linea di principio, quindi, possiamo affermare, utilizzando un’altra immagine ancora, che mentre l’intelletto americano, extra-terrestre, non ha confini, illimitato come una frontiera infinita, quello europeo é un labirinto intricato, pieno di cunicoli e, per certi versi, a misura d’uomo. Una conseguenza, forse inaspettata, di tale situazione è che, contrariamente alla granitica, gravosa, gravitazionale pesantezza degli edifici europei, ciò che trasmettono generalmente le strutture americane è un inconsistente senso di leggerezza: i grattacieli paiono levarsi in cielo, cosicché New York svolazza come una bandiera a stelle e strisce. 

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