giovedì 30 maggio 2013

L'avvocato del Diavolo

8/12/2009

Oramai Rete 4 ci ha abituato a tutto:  dalla propaganda politica del Tg 4, ai film western esaltatori della patria e del nazionalismo (meglio se americano), ai Don Camillo e Peppone. Lo scorso martedì, 8 dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione, è andato in onda “L’avvocato del diavolo”, film del 1997, diretto da Taylor Hackford.

Ad una prima lettura, il thriller regge molto bene: una trama scorrevole, accattivante, ricca di colpi di scena; dialoghi ben strutturati adornati da qualche citazione autorevole ("meglio regnare all'Inferno, che servire in Paradiso" di John Milton, tra l’altro il nome stesso del personaggio di Al Pacino); personaggi ben caratterizzati, interpretati da un cast di tutto rispetto (Al Pacino è davvero “diabolico”).
Ma se andiamo oltre la superficie della pellicola, ecco che sveliamo una fitta rete di simboli e allusioni, che svelano la reale natura del film.
Primo. Il film era marchiato dal bollino rosso, dal momento che sono presenti chiare scene di sesso. Tuttavia penso che bisognerebbe farlo vedere al catechismo. Perché racconta per filo e per segno la classica storiella che ci hanno inculcato fin da bambini preti e parroci. Vale a dire che Satana esiste ed è in mezzo a noi, nascosto nel denaro, nella droga, nei piaceri carnali. (Ora, non metto in dubbio che soldi, cocaina e sesso libidinoso possano condurre alla caduta umana. La mia analisi si limita soltanto a presentare l’opera così come l’ho percepita). Non a caso il lungometraggio è stato trasmesso da Rete 4, e per di più il giorno dell’ Immacolata Concezione!
Secondo. Sono presenti ovunque evidenti pregiudizi di natura sociale, culturale e, perché no, razziale. Notate, infatti, le volte in cui compare la mostruosa maschera demoniaca: sul volto di una donna nera, di una donna dai tratti somatici asiatici, di una donna dai capelli rossi, di una donna visibilmente sovrappeso, di due barboni. In ben quattro occasioni la demonio appare in veste di donna: si può parlare di misoginia? Due di queste donne “indemoniate”sono fisicamente diverse dal modello di uomo bianco: denigrazione razziale?Ancora, le persone coi capelli rossi, come ci insegna Verga nella nota novella “Rosso Malpelo”, erano tradizionalmente tacciate dal senso di comune di essere creature alleate al demonio. Non è forse uno stupido e vecchio pregiudizio che il tempo, a quanto pare, non ha scalfito? La donna sovrappeso e i barboni, infine, rappresentati come incarnazione del diavolo. Ricapitolando: la donna, l’ “altro” in quanto diverso e quindi malvagio, l’obesità e l’accattonaggio sono i mali della società. Ma non finisce qui.
Terzo. Come appare Lucifero nel mondo terreno? Il proprietario di un gigante studio legale. Il regista sembra volerci dire che la giustizia, nella sua complessità, può divenire anch’essa un male della civiltà, perché retta da Belzebù in persona! Invece penso che, coi tempi che corrono, sia fondamentale essere fiduciosi nel lavoro dell’apparato giuridico, ovviamente con le opportune precauzioni.

Insomma, la “cattiva maestra televisione” di Karl Popper continua a impartire lezioni, inculcandoci precisi messaggi impliciti. Altro che messaggi subliminali!


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